lunedì 2 gennaio 2012

La leggenda di Babbo Natale


Anche questo articolo viene postato in ritardo, speriamo solo che Babbo Natale, Père Noël per i bambini francesi e Santa Claus per i giovani anglosassoni, non me ne voglia…
Di lui si sa che è un vecchio falegname che abita al Polo Nord, dove fabbrica i giocattoli, aiutato dagli elfi, che la notte di Natale distribuisce ai bambini di tutto il mondo. Secondo un'altra versione aiuta Gesù Bambino nella distribuzione dei doni ai bambini buoni. Viaggia su una slitta magica trainata da quattro paia di renne ed entra nelle case passando per il camino. Pochi però sanno che la sua figura trae origine dal culto di San Nicola vescovo di Mira in Licia (l’odierno villaggio turco di Dembre), meglio noto come San Nicola o Niccolò da Bari, per via del fatto che le sue spoglie, nel 1087, furono messe al sicuro dall’avanzata turca portandole a Bari. Patrono di Russia, Grecia, Puglia, Sicilia e numerose città nonché protettore dei naviganti, il suo culto si diffuse in tutta l’Europa.
La tradizione ha elaborato la figura di San Nicola come quella del taumaturgo per eccellenza. Numerose sono le leggende fiorite intorno alla sua figura: avrebbe risuscitato tre fanciulli, uccisi da un macellaio per farne fettine, salvò marinai dall’annegamento e giovani fanciulle dalla prostituzione, protesse i carcerati innocenti e distribuì il grano agli affamati.
La coincidenza della festa con i giorni pre-natalizi, giorni di doni e di affetti familiari, l’ha resa quasi un gioioso anticipo del Natale per l’infanzia di molti paesi. Nell’Europa orientale e in alcune zone dell’Italia meridionale, il 6 dicembre è accolto come altrove la Befana (6 gennaio) oppure Santa Lucia (13 dicembre): in memoria delle tre « mele » d’oro che tiene sul libro. Le tre figure infatti, oltre ad avere in comune il lavoro di dividere i doni ai bambini che sono stati buoni durante l’anno, ma anche alcune caratteristiche come il metodo di trasporto oppure la vecchiaia ((in alcune zone Santa Lucia è rappresentata come una vecchina anziché come fanciulla) che li associa alla figura dei nonni, tanto cara ai bambini.
Il vecchio vescovo barbuto è passato anche in Francia, Svizzera, Germania e Paesi Bassi, ha alimentato usanze che i tempi non hanno cancellato. A questo punto interviene il fenomeno  della trasformazione del santo vecchio di Mira in un personaggio che, se ha mutato l’abito, non ne ha cambiato lo spirito di benevolenza e di affetto: Babbo Natale.
Il mantello arcivescovile ha preso l’aspetto di un robone rosso orlato di pelliccia, la mitra è diventata cappuccio a punta, le tre « mele » d’oro che tiene sul libro con la gerla colma di doni sulle spalle, ma la venerabile barba bianca delle prime raffigurazioni bizantine, l’aura creata da una leggenda antica e incantevole rimangono a dispetto dei secoli. Questa identificazione è dovuta soprattutto al fatto che San Nicola era particolarmente generoso specialmente con i bisognosi e i fanciulli. Nei paesi nordici e anglosassoni viene chiamato Santa Claus alterazione del nome latino Sanctus Nicolaus. Il suo culto dai paesi nordici è stato esportato negli U.S.A. da dove, legato alla febbre del consumismo, è stato poi reintrodotto con il nuovo nome (oggi a noi più familiare) di Babbo Natale in Italia, dove il culto col vecchio nome era ormai quasi del tutto scomparso o sovrapponendovisi dove ancora sopravviveva.

[ Da “Arriva Babbo Natale: qual è la sua storia”, pag. 7 del quotidiano « Libertà » n. 288 di sabato 5 dicembre 1998 ]


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